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Biografia
Lucio Lami, di antica famiglia toscana, è
nato in Lombardia nel 1936. Ha esordito giovanissimo nel giornalismo,
cosa che gli ha offerto l'opportunità di lavorare per i grandi
editori del dopoguerra: Gianni Mazzocchi, Edilio Rusconi, Arnoldo
Mondadori e Angelo Rizzoli.
Iniziò a La Notte nel 1960, con Nino Nutrizio,
per poi passare alla Domus, per il varo della rivista economica
Quattrosoldi, poi a Gente con Rusconi . In seguito venne chiamato
alla Rizzoli, dove, a 30 anni, divenne il più giovane direttore
di settimanali della casa editrice. Nel 1971, passò alla
Mondadori, caporedattore a Epoca.
Nel 1974, con la nascita de Il Giornale, entrò
a far parte della redazione di Indro Montanelli. Per quel quotidiano
ha viaggiato per vent'anni, in tutto il mondo, come inviato speciale,
corrispondente di guerra e collaboratore della Terza Pagina.
Come corrispondente di guerra è stato sui fronti della Cambogia,
del Laos, della Prima e della Seconda Guerra del Golfo, del Libano,
dell'Afghanistan, del Ciad, del Polisario (Marocco), dell'Eritrea
e tra le guerriglie dell’Irlanda, dell'Etiopia, della Somalia,
dell'Angola, del Mozambico, del Nicaragua e del Perù. Per
i suoi grandi reportages è stato a lungo in Africa, in Medio
Oriente, nei Paesi dell'Est e in America Latina.
Per anni si è occupato dei rapporti fra politica
e cultura: ha fondato e diretto la rivista Commentari, chiamando
a collaborare grandi firme internazionali, da Popper a J.F.Revel.
Lasciato il Giornale, ha diretto il quotidiano L'Indipendente.
Per la sua attività giornalistica, ha ottenuto
il Premio Max David (1980), il Premio Hemingway (1986), riservati
agli inviati speciali.
Come saggista ha vinto il Premio Estense (1981)
e il Premio Sacharov (1986), con il volume Il grido delle formiche
(Rusconi) sul dissenso sovietico.
Tra i suoi saggi: La scuola del plagio (Armando);
Dai confini dell'Impero (Sugarco) ; Morire per Kabul (Bompiani);
Giorni di Guerra (Mondadori); Cuba libre era solo un cockteil (Spirali),
Giornalismo all’italiana (Ares), Visti e raccontati (Ares).
Tra i suoi libri di storia: Isbuscenskij, l'ultima carica (Mursia);
La Signora di Verrua ( Rizzoli); Garibaldi e Anita corsari (Mondadori),
Il re di maggio (Ares).
Tra quelli di narrativa: La donna dell’orso (Scheiwiller)
e Il paradiso violato (Ares)
È tradotto in Francia, Grecia, Spagna e America Latina.
È stato Presidente onorario del Pen Club Italiano
(associazione mondiale di scrittori). Ha tenuto corsi di giornalismo
all'Università Cattolica di Milano.
È morto a Milano il 31 marzo 2013, giorno
di Pasqua.