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Le passioni del Dragone
Cavalli e donne: Caprilli campione della belle
époque
La prima biografia completa di Federico Caprilli.
L’uomo, il cavaliere, l’inventore
dell’equitazione moderna (1874-1907).
Con oltre 200 fotografie in gran parte inedite
tratte dal suo album personale
Sabato 10 ottobre 2009
Una
storia
che sembra un romanzo
È difficile spiegare oggi la fama che, tra
la fine
dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, circondò
il capitano Federico Caprilli: per farlo, dovremmo ricorrere a
paragoni con gli attuali divi del cinema, del calcio o dell’automobilismo.
Di lui si parlava nel mondo come dell’uomo
che aveva rivoluzionato il modo di stare in sella, adattando l’uomo
al cavallo e non il cavallo all’uomo, com’era avvenuto
per secoli, nel tempo in cui i quadrupedi, indispensabili in pace
e in guerra, ccupavano il posto ereditato oggi dai mezzi a motore.
Il suo sistema sarebbe stato presto adottato in
campo militare dalle Cavallerie di molti Paesi e infine sarebbe
diventato il fondamento dell’equitazione negli sport moderni,
nei quali egli stesso era un campione indiscusso. Osteggiato dalle
gerarchie militari, che costrinse a cambiare i regolamenti di Cavalleria,
morì giovane prima di ricevere il premio per la sua rivoluzione
tecnica.
Il suo involontario divismo derivò soprattutto
dalla sua vita d’irresistibile tombeur de femmes, della quale
si conosceva tutto: le conquiste principesche, le avventure estemporanee,
i duelli, gli amori impossibili e i conseguenti provvedimenti disciplinari
che lo colpirono dall’alto, come fulmini, senza mai farlo
soccombere.
Se D’Annunzio fu il campione di una Belle
Époque italiana della quale esprimeva il decadentismo, Caprilli
fu il suo antagonista, in rappresentanza di una borghesia postunitaria
che si stava misurando con l’aristocrazia, alla vigilia della
Prima guerra mondiale.
Un’eccezionale documentazione fotografica
Con il testamento, Caprilli lasciò in eredità il
suo prezioso album fotografico al collega Ricci Capriata. Da questi
l’album passò alle figlie del generale Berta, gran
protettore di Caprilli. Infine, il prezioso documento fu donato
al generale Enrico Battaglia, uomo di cavalli, appartenente a quell’aristocrazia
torinese che ha sempre salvaguardato la memoria del Maestro.
Per circa un secolo, le 350 foto del celebre album privato sono
rimaste gelosamente conservate, salvo rare eccezioni. Per la prima
volta, il generale Battaglia ha voluto cortesemente affidare l’intera
raccolta a Lucio Lami per la pubblicazione.
Lami ne ha fatto un’ampia cernita e le ha integrate con
altre immagini d’epoca provenienti dall’Archivio Tavera,
ceduto recentemente al Museo della Cavalleria di Pinerolo e dal
prezioso archivio del conte Gustavo di Gropello.
Le foto ritraggono Caprilli durante l’attività sportiva
e didattica, durante corse e concorsi ippici, ma anche in momenti
della sua vita privata o mondana. Documentano anche il mondo delle
cacce, dei balli, delle escursioni in campagna, tipici di quella
Belle Époque italiana di cui Caprilli fu protagonista.
-» Le
passioni del Dragone. Biografia.
di Lucio Lami
288 p., ill., euro 24,00 (al 10 ottobre 2009)
Mursia editore, 2009
ISBN: 9788842543428
1a ed.
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